L’importanza della fase preanalitica nell’emogasanalisi: implicazioni cliniche e soluzioni per la standardizzazione

L’emogasanalisi arteriosa rappresenta una delle indagini più utilizzate nella pratica clinica ospedaliera per la valutazione dello stato acido-base, dell’ossigenazione e della ventilazione del paziente. La rapidità con cui fornisce informazioni fondamentali la rende indispensabile nei reparti di emergenza, terapia intensiva e durante le valutazioni perioperatorie. Tuttavia, l’affidabilità del dato emogasanalitico non dipende unicamente dalla qualità dello strumento utilizzato, ma è strettamente legata anche alla correttezza della fase preanalitica.

La fase preanalitica come determinante della qualità analitica

La fase preanalitica comprende tutti i passaggi che vanno dall’identificazione del paziente alla preparazione del campione per l’analisi. In ambito emogasanalitico, errori come la presenza di bolle d’aria nella siringa, un tempo prolungato tra il prelievo e l’analisi, l’inadeguata omogeneizzazione del campione o l’uso scorretto dell’anticoagulante possono alterare significativamente parametri chiave come pO₂, pCO₂, pH ed elettroliti.

Numerosi studi hanno dimostrato che gli errori preanalitici rappresentano la causa principale di variabilità nei risultati emogasanalitici, con conseguenze cliniche potenzialmente rilevanti: diagnosi errate, trattamenti inappropriati o ritardati, aumento del rischio per il paziente.

Automazione e standardizzazione: il ruolo dell’aspirazione automatica

Per ridurre al minimo la variabilità introdotta dall’operatore e migliorare la standardizzazione della fase preanalitica, sono stati sviluppati strumenti che integrano sistemi di aspirazione automatica del campione. Questa funzione permette di aspirare il sangue in modo controllato all’interno del sistema analitico, evitando l’iniezione manuale da parte dell’operatore, una delle fasi più critiche dal punto di vista della riproducibilità.

Uno dei vantaggi principali di questa tecnologia è la riduzione del rischio di bolle d’aria, spesso introdotte inconsapevolmente durante la fase di spinta manuale. Inoltre, l’aspirazione automatica contribuisce a migliorare l’omogeneizzazione del sangue con l’eparina presente nella siringa, riducendo il rischio di microcoaguli o sedimentazione cellulare che possono alterare i risultati.

Implicazioni per la sicurezza dell’operatore

Oltre alla qualità analitica, l’automazione nella gestione del campione ha anche importanti ricadute sul piano della sicurezza dell’operatore. La manipolazione manuale del campione comporta un rischio biologico non trascurabile, soprattutto in contesti ad alta intensità assistenziale. L’eliminazione di passaggi manuali, come il contatto diretto con il campione o la necessità di introdurre fisicamente la siringa nel sistema analitico, riduce significativamente il rischio di esposizione a materiale biologico potenzialmente infetto.

Verso una pratica più sicura e standardizzata

Alla luce di queste considerazioni, risulta evidente come l’evoluzione tecnologica dell’emogasanalisi debba necessariamente tenere conto della fase preanalitica. Strumenti che integrano soluzioni automatizzate per la gestione del campione — come i sistemi a cartuccia monouso con aspirazione automatica — rappresentano un passo avanti verso una pratica più riproducibile, sicura e sostenibile.

Valutare l’adozione di tecnologie che riducono la variabilità preanalitica e migliorano la protezione dell’operatore non è solo un’opzione tecnica, ma una scelta organizzativa con implicazioni cliniche rilevanti. In questo contesto, dispositivi come gli emogasanalizzatori EDAN i15, che uniscono portabilità, automazione e facilità d’uso, possono offrire un contributo concreto nel migliorare la qualità e l’affidabilità dell’emogasanalisi in situazioni critiche.

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